Andrea Ranocchia si racconta e dice tutto, al termine della sua prima stagione completa da calciatore non più in attività. I riferimenti vanno ovviamente al suo passato all’Inter, fresca campione d’Italia e capace di conquistare lo scudetto della seconda stella, ma non solo. C’è spazio anche per i ricordi relativi alla carriera dell’ex difensore – oltre ad interessanti passaggi sulla Nazionale di Luciano Spalletti con vista sui prossimi Europei 2024 – nell’intervista esclusiva rilasciata a sitiscommesse.com.
I top player dell’Inter campione d’Italia secondo Ranocchia
L’ex difensore umbro, che conosce molto bene l’ambiente nerazzurro, ha descritto quelli che possono essere considerati veri e propri top player dell’Inter, visto il percorso e le difficoltà incontrate in questi anni e i risultati positivi ugualmente raggiunti. Queste le sue parole: “Per me quelli della dirigenza negli ultimi anni sono stati dei fenomeni a livello mondiale. Io non credo che altri dirigenti siano riusciti a fare il lavoro che hanno fatto loro visto il pochissimo budget, cioè quasi zero. Sappiamo tutti dei vari problemi della società, ma c’è Beppe Marotta, c’è Ausilio e c’è Dario Baccin, sono in tre che gestiscono tutta l’area direzionale della società e hanno fatto per me un lavoro incredibile, posso dire che sono dei top player in quell’ambito perché con poco budget, trovare sempre ogni anno, dei giocatori di altissimo livello anche a parametro zero, come è successo negli ultimi anni, è difficilissimo”.
Ranocchia fa anche qualche esempio di operazioni rivelatesi particolarmente brillanti nelle ultime sessioni di calciomercato dell’Inter: “Loro sono stati bravi anche a ricambiare giocatori. Passi da Onana, che l’anno scorso era una certezza, e vai prendere Sommer, che è un giocatore di alto livello, però non lo sai e invece ha fatto molto meglio. Thuram, un giocatore che lo prendi a zero e per me è una rivelazione perché non mi aspettavo riuscisse a incidere così tanto nel primo anno all’Inter. Quando succedono queste cose, vuol dire che la proprietà sia a livello gestionale e non, è stata veramente bravissima”.
Un passaggio anche sul presidente Steven Zhang: “Bisogna ricordarsi che Steven quando ha preso l’Inter era una squadra in difficoltà e in pochi anni è riuscito a riportarla ai vertici del calcio europeo e mondiale e ha fatto un lavoro strepitoso. Purtroppo ha avuto dei problemi che non si sa a cosa sono dovuti però io personalmente sono contento e spero che possa continuare per tanti anni. Anche quando parlo con i ragazzi, con i dirigenti sono tutti contenti della proprietà perché è una proprietà che guarda al futuro, è una proprietà che, seppur lontana, fa sempre sentire la sua presenza e soprattutto è una proprietà che ascolta i consigli che vengono dati dai dirigenti, ascolta anche le necessità dei giocatori e di tutti quelli che ruotano intorno”.
L’Italia agli Europei 2024: il pensiero di Ranocchia
L’Italia di Luciano Spalletti a metà giugno debutterà negli Europei 2024 in Germania e lo farà da campione in carica, dopo il successo ottenuto nel 2021 con Roberto Mancini alla guida. Si parte il 15 giugno con la sfida all’Albania, poi Spagna e Croazia. Ranocchia è abbastanza fiducioso sul percorso degli Azzurri, che dopo anni di problemi in attacco potrebbero aver trovato un centravanti affidabile come Gianluca Scamacca, senza tralasciare altri valide punte come Giacomo Raspadori.
“È una squadra che ha qualità anche davanti adesso. Scamacca è un giocatore importante per la Nazionale e a me è sempre piaciuto. È un giocatore che ha fisico, velocità, tiro, quindi a me piace molto. In generale è una squadra che ha qualità e ha giovani giocatori di esperienza. Poi c’è da dire che c’è un blocco di giocatori che fanno parte dell’Inter, Dimarco, Barella, Bastoni, Acerbi.. avere un blocco squadra di tanti giocatori che quest’anno hanno fatto così tanto bene, inciderà tanto. Incide tanto in senso positivo in una nazionale, come all’epoca, quando c’era il blocco Juve: Bonucci, Barzagli, Chiellini, Buffon, Marchisio, Pirlo… insomma si sentiva che era una nazionale forte”.