L’hockey su prato è uno sport di squadra nato come variante outdoor dell’hockey tradizionale. Le regole sono simili al calcio, ed esiste anche la versione indoor.
Si tratta di uno sport che può essere praticato praticamente da tutti e sta diventando sempre più conosciuto grazie al fatto che è stato inserito all’interno degli sport che potremmo vedere alle Olimpiadi di Tokyo 2021.
Regolamento dell’hockey su prato
Le regole previste anche nella Federazione italiana di Hockey su prato stabiliscono che le squadre sono formate da 11 giocatori i quali possono essere sostituiti con panchina di 5 elementi. Le sostituzioni sono continue e senza limitazioni.
La partita di hockey su prato secondo il regolamento viene diretta da due arbitri ed è composta di due tempi di 35 minuti ciascuno con un intervallo tra i due tempi pari a 10 minuti.
Le regole riportate qui di seguito hanno la stessa validità sia nel caso di una partita di Hockey su prato indoor che all’aperto.
Le regole principali della Federazione italiana di Hockey su prato prevedono che sia vietato giocare la palla con la parte tonda del bastone, giocare la palla verso un avversario in maniera pericolosa (ad esempio alzandola – ad eccezione di quando si tira in porta), giocare con il bastone sopra l’altezza delle spalle, oppure frapporsi volontariamente tra la pallina che si sta giocando e l’avversario in modo da impedirgli di intervenire.
Al contrario, secondo il regolamento dell’hockey su prato è possibile alzare la pallina: o non superando il ginocchio dell’avversario o effettuando dei passaggi scavalcando l’avversario con la pallina (i cross nel calcio) se la distanza tra quest’ultimo ed il tiratore lo consente. Per effettuare questo tipo di tiro chiamato flick bisogna che tra il tiratore e l’avversario ci siano 5 metri. Inoltre per poter ricevere questo tipo di tiro bisogna mantenere sempre 5 metri di distanza dall’avversario.
Le rimesse laterali ed i falli di gioco non prevedono il passaggio obbligatorio, ma consentono al battitore di iniziare direttamente una nuova azione; inoltre dalla distanza di 22 yards da fondo campo avversario, non è più possibile eseguire un passaggio direttamente verso l’area.
E’ vietato toccare la palla con qualsiasi parte del corpo. Eccezion fatta, ovviamente, per il portiere all’interno della propria area di tiro.
Una rete può essere segnata solo se la palla viene giocata da un giocatore all’interno dell’area di tiro.
Nel regolamento dell’hockey su prato non esiste la regola del fuori gioco, in modo da favorire tattiche improntate alla velocità e ai ribaltamenti continui di fronte d’attacco.
Il corner lungo: la rimessa si batte sulla linea dei 22m perpendicolarmente a dove è uscita la palla da fondo campo.
La ricezione con la mazza sopra le spalle è possibile solamente per ricevere le palle alte.
Una partita di hockey su prato è formata da due tempi di 35 minuti ciascuno con un intervallo tra i due tempi pari a 10 minuti.
Dimensioni campo da gioco
Il terreno di gioco è rettangolare, anche per quanto riguarda l’Hockey su prato indoor, ed è preferibilmente in materiale sintetico (ma può essere di erba o altro materiale), e ha dimensioni di 91,40 m × 55,00 m (100 × 60 yard). Al centro dei due lati più corti vi sono 2 porte che misurano 3.66 m x 2.14 m (12 feet x 7 feet), davanti alle quali vi sono 2 aree (zone di tiro) quasi semi-circolari di 14.63 m (16 yards).
Federazione italiana di Hockey su Prato
Entrata a far parte della Federazione Italiana Pattinaggio a Rotelle nel 1936, questa disciplina raggiunse nell’ambito della Federpattinaggio la sua “autonomia tecnico-organizzativa” nell’Assemblea di Spoleto del febbraio 1957 con la costituzione di una apposita Commissione Nazionale per l’Hockey su Prato (che rimase in vita fino al 1960). La Commissione era presieduta da Giovanni Battista Brinchi Giusti.
Negli anni Cinquanta l’arrivo di tecnici stranieri, su iniziativa di Mario Zovato, favorirono una crescita del livello tecnico che portò la squadra nazionale a partecipare ai Giochi Olimpici del 1952 e del 1960. L’organismo assunse quindi dal 1967 al 1970 – sempre all’interno della Federazione Italiana Hockey e Pattinaggio – la denominazione di Commissione per l’Hockey su Prato e dal 29 gennaio 1970 al 1973 quello di Commissione Italiana Hockey su Prato. Riconosciuta dal CONI quale “aderente” il 29 settembre 1973 come Federazione Italiana Hockey su Prato, divenne effettiva il 18 gennaio 1978.
Hockey su prato femminile
Come abbiamo detto all’inizio, questo sport può essere praticato da tutti e diverte proprio tutti. E da tutte.
Infatti, sono sempre di più le ragazze che decidono di praticare Hockey su prato femminile.
La Federazione femminile, infatti, non è affatto recente ma nasce nel 1942 con il primo Campionato di Hockey su prato femminile vinto dal Genova.
Solo negli ultimi anni, però, questa disciplina sta riscuotendo un particolare successo anche tra le ragazze. Tant’è che soltanto nel 2018 per la prima volta la squadra italiana femminile guidata dal tecnico sardo Roberto Carta ha potuto accedere ai Mondiali di Hockey su prato femminile.
Un traguardo che sta a significare la crescita della nostra compagine in questo sport, tant’è che le ragazze dell’Hockey su prato femminile hanno potuto tentare anche l’approdo alle Olimpiadi di Tokyo, purtroppo senza successo.
Ma averci anche soltanto tentato è stato senza dubbio un risultato sorprendente per la nostra federazione, dal momento che soltanto un decennio fa sarebbe sembrata un’ipotesa impossibile ed assurda.